
In questo modulo esploreremo il mondo delle identità sessuali, un mondo molto complesso e sfaccettato, in cui ognunǝ di noi può trovare il proprio posto. Troverete molte parole che forse non avete mai sentito nominare e questo elenco potrebbe continuare ad ampliarsi in futuro, per includere davvero la straordinaria diversità che tuttɜ noi rappresentiamo.
Iniziamo!
Voices - Module 2
Introduzione
Il genere è definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “le caratteristiche di donne, uomini, ragazze e ragazzi che sono socialmente costruite”. Ciò include norme, comportamenti e ruoli associati all’essere donna, uomo, ragazza o ragazzo, nonché alle relazioni reciproche. In quanto costruzione sociale, il genere varia da società a società e può cambiare nel tempo”.
Come si evince da questa definizione, la nostra società è fortemente binaria, il che significa che il binarismo di genere tra uomo e donna è considerato lo standard e la norma. In questo modulo vedremo come la realtà sia in effetti più complessa di così! Ci sono molte persone che non rientrano in nessuna di queste categorie e il genere è molto più fluido di quanto sembri. È importante capire che in questo modulo intendiamo il genere come non binario e quindi come uno spettro. Lo spettro di genere, in opposizione al genere binario, è un modello che utilizziamo per comprendere il genere come qualcosa che esiste in un continuum in cui i confini tra maschile e femminile sono più sfumati. Questo modello permette alle persone di identificarsi con un modello più autentico del proprio genere.
Il genere ha un forte impatto sulla vita quotidiana delle persone perché regola le norme, i ruoli e gli stereotipi di genere (un’idea molto diffusa ma fissa e troppo semplificata di un particolare tipo di persona o cosa), influenzando il modo in cui ci si aspetta che le persone si comportino e creando una gerarchia in cui alcuni generi hanno più privilegi di altri. A causa del fatto che viviamo in una società patriarcale (vedremo più avanti di cosa si tratta), ci troviamo di fronte a idee molto rigide sulla mascolinità e sulla femminilità, il che significa che impariamo fin da piccolɜ cosa significa essere un uomo o una donna. Queste idee non sono intrinsecamente sbagliate, potrebbero risuonare in noi e permetterci di essere noi stessɜ; ma quando queste idee diventano stereotipi discriminatori, si trasformano in uno strumento di oppressione sia per le persone che si riconoscono nel binarismo di genere sia, soprattutto, per quelle che non vi si riconoscono. Possono quindi diventare un ostacolo al nostro percorso personale. Dalle ragazze che praticano sport “maschili” ai ragazzi che imparano a occuparsi della casa, gli stereotipi di genere possono dare poco spazio alla nostra crescita e soddisfazione personale.
In questo modulo cercheremo di decostruire il binarismo di genere, mostrando la complessità dello spettro di genere, per fare un passo avanti verso l’uguaglianza di genere.
Vocabolario e definizioni chiave

Spettro di genere
Definizione sfumata di genere fuori dal binomio uomo-donna

Sesso assegnato alla nascita
La condizione (maschile, femminile, intersessuale) assegnata alla nascita. Comprende il sesso genetico, il sesso gonadico e il sesso ormonale.

Identità di genere
Un senso interiore di appartenenza a un genere.

Orientamento sessuale e sentimentale
L’orientamento sessuale o romantico definisce la persona da cui si è attrattɜ sessualmente o sentimentalmente. A differenza dell’identità di genere, che definisce chi si è, l’orientamento sessuale o romantico riguarda da chi ci si sente attrattɜ fisicamente e sentimentalmente.

Espressione di genere
Il modo in cui una persona esprime la propria identità di genere, di solito attraverso l’aspetto, l’abbigliamento e i comportamenti.

Identità sessuale
La somma di identità di genere, orientamento sessuale, orientamento romantico, espressione di genere e ruoli di genere.

Cisgender
Una persona la cui identità di genere coincide con il sesso assegnato alla nascita

Transgender
Una persona la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato alla nascita.

Trans*
Termine ombrello per riconoscere ogni individuo che sperimenta un’identità di genere diversa dalla normatività cisgender.

LGBTQIA+
Acronimo: Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans*, Queer e in Questioning, Intersex, Asessuali e Aromantici, più (+) altre etichette che definiscono la comunità queer.

Nomi eletti/ Pronomi scelti
Nome e pronomi scelti da una persona trans* per rivolgersi correttamente a lei

Stereotipi di genere
Idee eccessivamente semplificate di ciò che una persona dovrebbe essere in base all’identità di genere

Non conformità di genere
Non conformità ai ruoli di genere previsti dalla società.

Privilegio
Status non guadagnato o vantaggi concessi a gruppi specifici di persone a causa della loro appartenenza a un gruppo sociale. Il privilegio può basarsi su una varietà di identità sociali come la razza il genere, la religione, lo status socioeconomico, la condizione di abilità, la sessualità, l’età, il livello di istruzione e altro ancora.
Il privilegio può essere vissuto a livello personale, interpersonale e istituzionale. I vantaggi sociali, economici, politici e psicologici non guadagnati dai gruppi privilegiati vanno a scapito dei gruppi emarginati. – 2021 Equity Challenge giorno 3: cos’è il privilegio?

Patriarcato
Il patriarcato si riferisce sia al maggior potere aggregato che gli uomini hanno sulle donne e sugli altri generi – sociale, politico, economico – sia alle gerarchie di potere tra singoli uomini e gruppi di uomini, compresi i trans. – Patriarcato (n.d)

Binarismo di genere
Sistema di classificazione di genere in cui tutte le persone sono classificate come maschi o femmine. – Dizionario Oxford

Uguaglianza di genere
Il concetto che le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi e gli altri generi hanno pari condizioni, trattamento e opportunità per realizzare il loro pieno potenziale, i loro diritti umani e la loro dignità, e per contribuire (e beneficiare) dello sviluppo economico, sociale, culturale e politico – Kassel G. 2023

Omo/lesbo/bi/transfobia
Il termine unisce omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia, e quindi l’odio, la paura, il disagio e la diffidenza nei confronti delle persone con queste identità o orientamenti di genere.
Ruoli e stereotipi di genere: Il genere come binario
Quindi, cosa sono i ruoli e gli stereotipi di genere?
“Credo di aver sentito sulla mia pelle il peso di alcuni stereotipi, anche in modo molto sottile, per cui è difficile identificarli come battute o commenti. Una cosa che mi viene in mente è che il primo sport che ho iniziato da bambina è stata la danza, ma poi volevo iniziare a giocare a calcio, ma non mi è stato permesso per vari e confusi motivi. Con il tempo, scoprendo sempre più me stessa, mi sono resa conto che a volte sto meglio con abiti o accessori che di solito sono più maschili”.
Per ruoli di genere intendiamo che ci sono “cose considerate per le ragazze” e “cose per i ragazzi”, come alcuni giochi, vestiti, luoghi da frequentare che sono più appropriati per i giovani uomini o le giovani donne. Le idee di mascolinità e femminilità possono cambiare in base al luogo in cui si vive e a come è costruita la società che ci circonda. Queste idee possono avere senso o meno per voi perché, come abbiamo detto, il genere è più simile a uno spettro che a un binario, e potreste ritrovarvi a riconoscervi in un mix di questi concetti o in nessuno. Tuttavia, è importante capire che queste costruzioni influenzano il modo in cui siamo stati educatɜ fin dalle prime fasi della nostra vita, nel modo in cui esprimiamo le nostre emozioni, nei giocattoli con cui giocare da bambinɜ, i vestiti da indossare e così via.
“Durante una cena di famiglia, qualcunǝ fece un’osservazione su mia madre e io persi la testa. Non riuscivo a essere la ragazza gentile, sorridente e buona che avrei dovuto essere. In quel momento, mi sono chiesta perché dovevo rimanere così, educata, gentile… Voglio sentire il caos, la rabbia, e ho il diritto di spiegarmi”.
Per esempio, è comune aspettarsi che le persone socializzate come donne abbiano il desiderio di una famiglia, di maternità, che siano femminili, gentili, emotive, mentre che gli uomini abbiano ambizioni e una carriera, che siano maschili, forti e coraggiosi. Ma facciamo una distinzione:
- Mascolinità e femminilità sono concetti che modellano chi dovresti essere e cosa ci si aspetta da te come uomo o donna. Ad esempio, gli uomini devono avere ambizioni di carriera, essere assertivi, “razionali” e fermi, avere un atteggiamento da “capo”; le persone socializzate come donne devono occuparsi degli spazi domestici, desiderare di avere figlɜ e non avere altre ambizioni specifiche, ed essere “emotive”.
- Mascolinità e la femminilità sono caratteristiche di aspetto e atteggiamento concepite per i due generi. Cioè: se siete audaci, scegliete abiti sportivi o vi piace guardare o praticare sport di qualsiasi tipo, o se non vi preoccupate di cosmetici, estetica, etc (ovvero qualsiasi cosa che abbia a che fare con le apparenze, dall’uso di profumi all’appuntamento con il parrucchiere) sarete consideratɜ “maschili” o “virili”. Al contrario, se vi piacciono i colori delicati, i vestiti larghi e/o il trucco e i cosmetici, sarete consideratɜ “femminili”.
“Se nella mia famiglia ci si aspettava che io fossi in cucina e che facessi i lavori di casa, non era lo stesso per i miei fratelli”.
I ruoli di genere sono stereotipi perché non si basano su differenze naturali ed ereditarie, ma su idee generalizzate e troppo semplificate di un certo genere, costruite dalla società. Come ogni stereotipo, anche quelli di genere sono accompagnati da rigide aspettative di genere, difficili da smantellare. Le aspettative di genere definiscono ciò che impariamo ad aspettarci da un individuo appartenente a un certo genere: come agire, comportarsi e apparire. Non si tratta solo di aspettative personali che proiettiamo sullɜ altrɜ mentre lɜ guardiamo passare: è un’educazione sociale e culturale in cui cresciamo a causa delle normatività della società che ci spinge a un certo modo rigido di essere. Per saperne di più su ciò che intendiamo per normatività e stereotipi, consultate il modulo 5.
I ruoli di genere sono determinati culturalmente! L’idea di genere può essere molto diversa da ogni Paese, e anche nello stesso Paese o città si possono trovare alcune differenze. Questo anche perché il genere è un costrutto sociale e culturale.
“Quando avevo 5 anni e volevo giocare a calcio con mio fratello e i suoi amici, mi dissero tutti insieme che non potevo perché ero una bambina, dovevo andare con le mie cugine a giocare con le Barbie”.
Naturalmente ci si può ritrovare in gran parte nei ruoli di genere, ma ci si può anche identificare come donna e amare lo sport, vestirsi “come un ragazzo” ed essere unǝ giocatorǝ fenomenale; così come ci si può identificare come uomo ed essere un grande truccatore. Quello che vedremo è che il binarismo di genere è solo una delle varie possibilità di essere.
“[…]lo stereotipo che dice che le donne sono più docili mi ha messo a disagio molte volte, perché è quello che ci si aspetta da me e non è vero”.
Alla base dei ruoli e degli stereotipi di genere troviamo il patriarcato. Il patriarcato è un sistema sociale di oppressione che privilegia un genere rispetto agli altri. L’etimologia (dal greco “patriarkhēs”, che significa “padre dominante”) ci rivela che il genere egemone (dominante, dominante) è quello degli uomini, in particolare degli uomini eterosessuali, cisgender, abili e bianchi. Creando una gerarchia tra i generi, pone alcuni di essi in una condizione di maggiore oppressione rispetto ad altri. Così, ad esempio, un uomo eterosessuale cis ha più privilegi di una donna eterosessuale cis, che è più privilegiata di una donna eterosessuale lesbica, che è più privilegiata di una donna trans, e così via. Naturalmente questa piramide è una semplificazione. Le nostre identità sono molto più complesse di così e lo sono anche le nostre relazioni. Ma ci aiuta a ricordare che siamo parte di questo sistema. Tuttɜ noi agiamo, reagiamo e siamo oppressɜ dal patriarcato in modi diversi ed è importante non appiattire queste differenze.
È anche importante ricordare che il sistema patriarcale opprime tutti i generi perché cerca di confinarli nelle norme sociali, nei ruoli e negli stereotipi di cui abbiamo parlato prima. Quindi, anche se il patriarcato avvantaggia gli uomini, perché li avvantaggia in posizioni di potere, il costo di questo privilegio è alto. Le idee di mascolinità spesso agiscono come una gabbia a causa dei loro massicci limiti su ciò che un uomo dovrebbe essere e su come dovrebbe comportarsi. Le aspettative di genere sono così esigenti che è impossibile soddisfarle tutte: le scatole in cui dobbiamo entrare per soddisfare le prerogative patriarcali sono troppo piccole per tutte le declinazioni dell’essere, qualunque sia la vostra identità di genere.
Le 4 dimensioni del genere – Il genere come spettro
Per capire meglio cosa intendiamo per genere come spettro, possiamo leggerlo come composto da 4 dimensioni, che creano non una linea retta con due sole estremità, ma un’enorme mappa con diverse direzioni.
Queste dimensioni sono: identità di genere, orientamento sessuale e sentimentale, espressione di genere e sesso assegnato alla nascita.
Sesso assegnato alla nascita
Il sesso viene assegnato alla nascita, in base all’aspetto del corpo. Per definizione, comprende il sesso genetico (cromosomi), il sesso gonadico (genitali e caratteristiche sessuali secondarie) e il sesso ormonale (ormoni come estrogeni e testosterone): quando siete natɜ, i medici hanno stabilito, in base a tutti i fattori di cui sopra, se siete maschi, femmine o intersessuali.
In genere, gli individui di sesso femminile hanno cromosomi XX; gli individui di sesso maschile hanno cromosomi XY. “Intersex” è un termine generale usato per una varietà di situazioni in cui una persona mostra, alla nascita o più tardi, per esempio durante la pubertà, un’anatomia riproduttiva e/o sessuale che non rientra nelle caselle socialmente costruite di “femmina” o “maschio”. Esistono diverse condizioni di intersessualità, da quella ormonale (non visibile) a quella genitale (più visibile), che differiscono dal binomio così come lo abbiamo concettualizzato. (vedi modulo 4)
Identità di genere
L’identità di genere è un senso interiore di appartenenza a un genere. Il genere viene assegnato alla nascita in base al corpo e ai fattori di cui sopra. Ma oggi sappiamo che l’argomento è più complesso, perché potrebbe corrispondere al sesso assegnato alla nascita in base al corpo e ai genitali, o potrebbe anche essere diverso.
Quando la propria identità di genere corrisponde al genere associato al sesso assegnato alla nascita, significa che si è cisgender (dal latino “cis-“, “al di qua”); se la propria identità di genere non corrisponde al genere associato al sesso assegnato alla nascita, significa che si è transgender (dal latino “trans-“, “al di là, oltre”).
“Trans*” è un termine generico per riconoscere ogni individuo che sperimenta un’identità di genere diversa dalla norma sociale, come l’identità cisgender. Inoltre, questo termine seguito dall’asterisco* intende includere le molteplici identità che abbraccia. Infatti, al di sotto di questo termine ombrello, troviamo un gruppo di concetti e variazioni: così che “trans*” non include solo le persone che hanno identificato il loro genere come opposto rispetto a quello assegnato alla nascita (cioè la vecchia definizione di “FtM female to male” e/o “MtF male to female”, non più in uso), ma tuttɜ coloro che si identificano con un genere diverso da quello assegnato alla nascita. Ecco alcune delle definizioni:
- agender: persona priva (o molto poco) di legami con il sistema tradizionale di genere, non allineata ai concetti di uomo o donna, e/o che si considera senza genere. Talvolta chiamata anche gender neutrois, gender-neutral o genderless.
- genderfluid: persona che sperimenta fluttuazioni nella propria espressione di genere o nella propria identità di genere, o in entrambe.
- uomo transgender: persona la cui identità di genere è diversa da quella assegnata alla nascita; si identifica come uomo.
- donna transgender: persona la cui identità di genere è diversa da quella assegnata alla nascita; si identifica come donna.
- non-binario: persone che non si identificano con il binarismo uomo/donna.
- genderqueer: denota o si riferisce a una persona che non aderisce ai generi convenzionali presenti nella società.
- amab o afab acronimo che sta per assigned male at birth/ assigned female at birth. È usato in inglese come espressione inclusiva per definire una persona il cui sesso assegnato alla nascita è maschile o femminile, indipendentemente dalla sua identità di genere.
E molti altri.
Ci sono molti modi per affermare e abbracciare la propria identità di persona trans*. Per esempio, si può scegliere la terapia ormonale e/o la chirurgia di affermazione del genere come opzioni, ma l’unica cosa necessaria per la convalida e il rispetto della propria identità di genere è la propria determinazione e identificazione come persona trans*.
Comprendere lo spettro delle identità trans* è importante perché riconoscerle ci aiuta a chiarire le differenze tra identità di genere ed espressione di genere e a capire come possiamo muoverci tra di esse.
Orientamento
L’orientamento si riferisce a chi si è attrattɜ, sessualmente e/o sentimentalmente.
L’orientamento sessuale definisce la persona da cui si è attrattɜ sessualmente. A differenza dell’identità di genere, che definisce chi si è, l’orientamento sessuale riguarda da chi ci si sente attrattɜ fisicamente. Esistono diversi tipi di orientamento sessuale. Alcuni dei più comuni sono:
- Eterosessuale: persona che è attratta sessualmente da un altro genere.
- Omosessuale: persona che è attratta sessualmente dallo stesso genere.
- Bisessuale: persona attratta sessualmente da più di un genere.
- Pansessuale: persona attratta sessualmente da persone diverse, indipendentemente dalla loro identità di genere.
- Asessuale: persona che non prova attrazione sessuale. Le persone asessuali possono ancora provare attrazione romantica e desiderare di impegnarsi in attività sessuali, ma non provano attrazione in senso sessuale.
L’orientamento romantico definisce le persone da cui si è attrattɜ emotivamente e affettivamente ed è diverso e separato dall’orientamento sessuale.
L’attrazione romantica può esistere anche senza attrazione sessuale. Come per l’orientamento sessuale, anche l’orientamento romantico assume diverse forme. Per esempio:
- Eteroromanticǝ: persona attratta sentimentalmente da un altro genere.
- Omoromanticǝ: persona attratta sentimentalmente dallo stesso genere.
- Biromanticǝ: persona attratta sentimentalmente da più di un genere.
- Panromanticǝ: persona attratta sentimentalmente da persone diverse, indipendentemente dalla loro identità di genere.
- Aromanticǝ: persona che non prova attrazione romantica.
Ricordiamo che le persone possono provare anche attrazioni diverse da quelle romantiche e/o sessuali, ad esempio l’attrazione sensuale (desiderio di contatto e di toccare, non necessariamente i genitali), l’attrazione platonica…
Espressione di genere
L’espressione di genere definisce il modo in cui si esprime il proprio genere all’esterno, attraverso l’abbigliamento, il trucco, il taglio di capelli, ecc. La società usa questi aspetti come spunti per capire l’identità di genere delle persone, etichettandole come maschili o femminili. Ad esempio, le gonne e il trucco sono generalmente considerati femminili, mentre i capelli molto corti sono generalmente considerati maschili, ma queste percezioni cambiano notevolmente nel tempo. Esplorare la propria espressione di genere può essere un modo per comprendere la propria identità e ognuno dovrebbe essere liberǝ di scegliere ciò che funziona meglio per lǝi, indipendentemente dal fatto che tale scelta sia o meno in linea con la percezione che la società ha del suo genere.
Ok, ma perché così tante etichette?
Tutte queste parole e definizioni possono sembrare spaventose a prima vista. Sembrano troppe ed è preoccupante pensare di averle incollate alla memoria per essere consapevoli. Non preoccupatevi: non è questo il loro scopo. Non c’è un esame finale da sostenere e non c’è un vero e proprio pezzo mancante se non li si conosce tutti.
Queste etichette devono essere strumenti per voi, non armi contro di voi: strumenti per capire chi siete, chi vi piace e come definire interamente la vostra identità sessuale.
Come si vedrà nel modulo 5, ci sono cose come le “normatività sociali”. Queste normatività sono quelle “regole non dette” all’interno delle quali siamo cresciutɜ e che ci inducono a pensare che ci sia un solo modo di essere e che tutto il resto sia semplicemente fuori dalla norma; quindi se sei cisgender, eterosessuale, abile, biancǝ, magrǝ e riccǝ hai più possibilità di essere protettǝ, rappresentatǝ e privilegiato di altrɜ. Ma abbiamo appena visto che c’è molto di più, la realtà è enorme e ricca di sfumature. Le etichette aiutano a orientarsi tra tutte le domande che possono sorgere nella mente durante la crescita e possono davvero essere molto utili. Se cercate su Google le parole o condividete le informazioni con lɜ vostrɜ coetaneɜ, potreste trovare molte cose che avete già sentito.
La maggior parte di queste etichette nasce da una necessità politica; la creazione stessa di nuove etichette implica l’urgenza di prendere spazio in un mondo che non è abituato a considerare la tua intera esistenza.
Poiché la sessualità stessa è una scoperta continua e può cambiare nel corso della vita, le etichette non sono monolitiche: la maggior parte delle parole che descrivono la vostra attrazione sessuale o romantica, o la vostra identità di genere, non hanno lo scopo di mettervi in gabbia: le etichette non sono rigide e possono cambiare; è abbastanza legittimo per voi cambiare i vostri sentimenti e il vostro modo di pensare nel corso della vostra vita: le etichette devono essere comprensione, non restrizione.
Ecco perché è controproducente fare gatekeeping, che è un’azione che descrive quando qualcunǝ esclude di proposito un*altrǝ perché non si adatta perfettamente all’etichetta. È comprensibile fraintendere l’uso delle etichette come dogmatico (indiscutibile, fisso, incontrovertibile), perché è proprio così che eravamo abituatɜ a considerare le categorie in una società costruita sulla normatività. Ma, come già detto, la realtà è più complessa di così e lo siamo anche noi con la nostra sessualità. Il gatekeeping è un errore comune delle persone fuori e dentro la comunità LGBTQIA+ ed è qualcosa che dobbiamo disimparare. Le parole sono fatte per adattarsi a noi, non al contrario.

Suggerimenti - Sto vivendo una disforia di genere?
La disforia di genere descrive il senso di disagio e malessere che le persone possono provare quando la loro identità di genere non corrisponde al sesso assegnato alla nascita. Anche se le esperienze possono essere diverse da persona a persona, ecco alcuni consigli che possono aiutarvi ad affrontarle:
- Esprimete i vostri sentimenti: condivideteli con qualcunǝ di cui vi fidate o annotateli per voi stessɜ. E ricordate di includere anche qualche pensiero positivo.
- Cercate l’aiuto di persone che provano sentimenti simili, siano essi vostrɜ amicɜ o nuove persone che possano condividere la loro esperienza.
- Trovate/utilizzate oggetti che vi aiutino a esprimere il vostro genere e che vi facciano sentire più sicurɜ di voi stessɜ, affermando la vostra identità.
- Fate piani o ricerche su come compiere passi sociali, medici e/o legali a breve o lungo termine verso il vostro percorso di affermazione.
- Se individuate azioni quotidiane che aumentano la vostra disforia, cercate di ridurle con piccoli gesti.
- Dite a voi stessɜ, ad alta voce, che il vostro corpo non definisce il vostro genere!
- Cercate di concentrarvi su alcune cose che potrebbero migliorare il vostro benessere generale (ad esempio, il contatto con la natura, l’esercizio fisico, la lettura o la musica o qualsiasi altra passione o evasione, il buon sonno, il cibo sano).
- Evitate gli spazi o le persone, online e offline, che vi buttano giù.
Questioni LGBTQIA+ e discriminazione di genere
Ora che abbiamo visto quante possibilità di identificazione e orientamento ci sono, comprendiamo più chiaramente che le persone possono non riconoscersi nel genere assegnato loro alla nascita, o avere un orientamento sessuale o romantico più fluido, o esprimere caratteristiche fisiche che non rientrano chiaramente in uno o nell’altro genere, e molte altre possibilità. Possiamo definire queste possibilità come non conformità di genere.
“In seguito ho iniziato a essere sempre più consapevole della mia identità fluida, per cui un giorno potevo indossare una gonna e il giorno dopo dei pantaloni senza troppi problemi; ho iniziato una relazione con una ragazza sentendomi più accettata, ma ancora spaventata”.
“Mio figlio di 14 anni è nello spettro autistico, si veste come un ragazzo e si identifica come non-binario. A casa mia questo è un argomento tabù e non posso affrontarlo. Si definiscono “maschi”, ma non sono sicura che si sentano davvero maschi”.
LGBTQIA+ è un acronimo che sta per:
– Lesbica
– Gay
– Bisessuale
– Trans*
– Queer e in questioning
– Intersessuale
– Asessuale e aromantico;
– il segno più (+) indica che le etichette sono sempre in evoluzione e non finite; oggi l’acronimo stesso è molto più lungo in quanto sono state riconosciute e rivendicate diverse identità sessuali, ma è molto comune trovare la versione più breve (“LGBTQIA+”) per riferirsi alla comunità.
Abbiamo descritto queste parole nel paragrafo precedente, tranne la Q che si riferisce a due termini ombrello:
- “Queer” è un termine ombrello che comprende tutte le identità che divergono dal cisgenderismo e dall’eterosessualità. In passato era un termine dispregiativo che stava per “bizzarro”, “strano”, ma nel corso degli anni l’uso di questo termine è stato molto discusso, in quanto una parte della comunità lo sta reclamando con orgoglio e ferocia. Sta a voi decidere se usarlo o meno per riconoscervi: l’essenza stessa della queerness è infatti che nessunǝ deve dirvi quali parole usare per definirvi, tranne voi.
- “Interrogarsi (in questioning)” è l’atto di riflettere sulla propria identità di genere e/o sul proprio orientamento sessuale e sentimentale. Come vedremo più avanti, viviamo in una società che dà per scontati l’essere cisgender e l’eterosessualità, come valori di default. Può accadere invece che si provi qualcosa di diverso da ciò e ogni volta che si iniziano a indagare questi sentimenti e questi pensieri sulla propria identità sessuale e si inizia a considerare chi si è e da chi si è attrattɜ, allora si è in discussione. Essere in discussione non è un sigillo alla queerness e all’appartenenza LGBTQIA+: potreste rendervi conto di essere perfettamente a vostro agio anche nell’essere cisgender/o nell’eterosessualità, ma mettere in discussione voi stessɜ non è una prerogativa delle persone LGBTQIA+, quindi tuttɜ possono interrogarsi su sé stessɜ al di là di ciò che la società vi dice di essere.

Suggerimenti - Come affrontare il coming out
- Essere sicurɜ: Scegliete il momento giusto per essere il più sicurɜ possibile.
- Scegliete il vostro modo: Ci sono molti modi per comunicare un coming out: una lettera, una canzone, una telefonata… farlo “di persona” potrebbe non essere sempre la scelta più sicura o quella che vi fa sentire a vostro agio: trovate il modo più appropriato per voi!
- Nessuna pressione: Il coming out è una scelta personale. Sicuramente fare coming out ed essere visibili è importante per tutta la comunità, ma deve essere qualcosa che prima di tutto vuoi fare TU.
- Fidatevi della vostra rete: Cercate l’associazione LGBTQIA+ più vicina se avete bisogno di aiuto per il vostro coming out; se avete già persone che vi sostengono, chiedete loro di sostenervi se dovete fare un coming out più “difficile”.
Poiché non si conformano alle norme di genere (per saperne di più sulla normatività, si veda il modulo 5), le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ subiscono discriminazioni. La discriminazione nei confronti delle persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ è chiamata omolesbobiatransfobia. L’emarginazione, lo stigma e le altre forme di discriminazione nelle scuole, sul posto di lavoro, in ambito legale, educativo e attraverso le rappresentazioni mediatiche, per le persone LGBTQIA+ sono temi essenziali da comprendere e smantellare per costruire un’educazione che possa parlare a tuttɜ, indipendentemente da chi si è e da chi ci piace.
“E poi c’è stata una conversazione di 5 minuti sul fatto che è omosessuale, sul fatto che per alcune persone questo fatto è inaccettabile, che alcune persone non saranno in grado di superarlo e che non vedono cose positive in questo, lo vedono solo come uno svantaggio”.
Le persone LGBTQIA+ affrontano molteplici rischi per il solo fatto di essere sé stessɜ. È fondamentale capire che la violenza si manifesta in diverse forme, non solo con molestie o aggressioni fisiche. Quando la normatività ti rende invisibile ed emarginatǝ, potresti avere la sensazione di non esistere e quindi di non avere il diritto di esprimerti al meglio.
Outing
L’outing accade quando qualcunǝ rivela pubblicamente l’identità di genere e/o l’orientamento sessuale di un’altra persona senza il suo consenso. Se incontrate qualcunǝ che si apre con voi su chi è e chi lɜ piace, fate sì che si possa fidare di voi: se vi dice questo, chiedendo di non dirlo a nessunǝ altrǝ, rispettate la sua esigenza perché probabilmente quella persona si sente meglio così, senza diffondere l’informazione.
L’outing è diverso dal coming out:
- una persona LGBTQIA+ fa coming out quando decide, con i propri tempi e le proprie modalità, di raccontare a tuttɜ della propria identità o del proprio orientamento sessuale e sentimentale;
- Una persona LGBTQIA+ che fa outing è una persona la cui vita personale viene esposta senza il suo consenso, senza che le sue esigenze vengano prese in considerazione e probabilmente venendo messa in grave pericolo. Esistono ancora molte discriminazioni nei confronti delle persone LGBTQIA+, per cui fare outing potrebbe costare il lavoro, la sicurezza a casa e a scuola.
Il coming out non dovrebbe mai essere un atto forzato.
Tricking (inganno)
Un altro atto di violenza simile all’outing è il “tricking”, in cui la persona appartenente alla comunità LGBTQIA+ è costretta a fare coming out. Il tricking è un modo sottile e manipolativo di prendere di mira le persone LGBTQIA+.
In realtà, è importante chiarire che un coming out non è necessario per essere riconosciutɜ come parte della comunità LGBTQIA+. Ci sono molte ragioni personali e di contesto per cui qualcunǝ può non essere sicurǝ di farlo e nessunǝ dovrebbe fare pressioni a riguardo. Chi siete e chi vi attrae rimane valido anche se non fate coming out pubblicamente. Una comunità veramente rispettosa è quella che si apre fino a un punto in cui anche il coming out stesso non dovrebbe essere necessario, perché tutte le normatività che conosciamo sono state smantellate e tuttɜ sono rispettatɜ a prescindere dalla loro identità di genere o dal loro orientamento sessuale e romantico.
Misgendering
Per misgendering si intende quando qualcunǝ si rivolge ripetutamente e/o volutamente alle persone trans* (nella definizione ampia citata prima) con i pronomi sbagliati.
I pronomi sono parole che usiamo al posto del nome. Ad esempio:
- Lui/il suo sono un insieme di pronomi di genere specifico che viene spesso associato a uomini o ragazzi o a coloro che si identificano come tali.
- Lei/la sua è un insieme di pronomi di genere specifico che viene generalmente associato alle donne o alle ragazze o a coloro che si identificano come tali.
- Loro/la loro è spesso considerato un insieme di pronomi di genere neutro, spesso usato per un individuo che potrebbe non identificarsi con un genere specifico.
Indipendentemente dall’identità di genere, tutti i pronomi possono essere usati per qualsiasi genere e sono neutri dal punto di vista del genere. I pronomi sono parte integrante di ciò che siamo e condividere i propri pronomi o chiedere quelli di un’altra persona non solo afferma la propria identità, ma crea un ambiente più inclusivo e rispettoso per tuttɜ. Possiamo sottolineare l’idea che utilizzare i pronomi con cui le persone identificano il proprio genere è un modo per mostrare rispetto per la loro identità di genere.
I nomi e i pronomi scelti sono quelli che le persone trans* scelgono per esprimere la propria identità e dovrebbero essere sempre rispettati. Purtroppo non sempre le cose vanno così: le persone potrebbero sentirsi a disagio con la vostra identità e rifiutarsi di rispettare il vostro nome o i vostri pronomi per affermare il loro punto di vista rispetto al vostro; questa è discriminazione transfobica attiva. Naturalmente non tuttɜ quellɜ che sbagliano i nomi o i pronomi lo fanno di proposito: si tratta di abituarsi e di ricordare quelli giusti, ma è importante fare uno sforzo per impararli e memorizzarli.
Passing
Passing (passare), nel contesto delle persone LGBTQIA+, ha il significato di passare come/passare per qualcunǝ che non appartiene alla comunità LGBTQIA+. Il “passing” si basa su aspettative di genere stereotipate e normatività sociali. Per esempio: il vostro orientamento sessuale e/o romantico non è eterosessuale/eteroromantico. Poiché nessunǝ ci impone di dire “sono bisessuale/pansessuale/asessuale” (o biromanticǝ, panromanticǝ, aromanticǝ) e così via, le persone penseranno che sei eterosessuale/romantico perché la norma data come predefinita è l’eterosessualità. Le cose si fanno più complicate e pericolose quando si parla di persone trans*: per chi inizia un percorso di affermazione di qualsiasi tipo (medico, ormonale, chirurgico), può accadere che il proprio corpo cambi a causa della terapia; questi cambiamenti lǝ espongono a un giudizio costante da parte di altre persone, che lǝ prendono di mira. Questo non è solo ingiusto (perché nessunǝ ha il diritto di giudicare le apparenze altrui), ma anche pericoloso in una società che sta iniziando a comprendere l’esistenza di altre identità al di là del genere binario e delle espressioni di genere stereotipate.

Suggerimenti per creare ambienti inclusivi nei confronti delle persone LGBTQIA+
Ecco alcuni passi che potreste seguire per rendere la vostra scuola o altri ambienti sociali in cui passate il tempo più inclusivi:
- Eliminare i luoghi “di genere”, basati sul binarismo normativo di genere, come ad esempio i servizi igienici della scuola.
- Chiedere i pronomi delle persone se non le avete mai incontrate prima (è utile presentarsi con i nostri pronomi, anche se siamo cis).
- Organizzare attività sulle tematiche LGBTQIA+, includendo sempre le persone LGBTQIA+ nel processo di co-creazione di tali eventi.
- Segnalare i comportamenti discriminatori spiegando perché sono problematici. Mostratevi sicurɜ nel farlo!
- Stabilire o proporre protocolli per rispondere ai comportamenti discriminatori, progettati insieme alle persone che fanno parte della comunità LGBTQIA+.
- Adottare una proposta di legge che riconosca i nomi e i pronomi elettivi come legittimi nei documenti personali e professionali (ad esempio, in Italia è stata introdotta la “carriera alias” per consentire allɜ studentɜ trans* di registrarsi a scuola con il nome che corrisponde alla propria identità di genere).
Razzializzazione e persone LGBTQIA+
“Essere musulmana, “araba” e lesbica è difficile, perché la gente non capisce. Sono fortunata che la mia famiglia mi accetti”.
Come in molti altri ambienti, anche nella comunità LGBTQIA +, le persone affrontano discriminazioni intersezionali, come il razzismo e l’omolesbobiatransfobia (per saperne di più sull’intersezionalità, consultate il modulo 5). Ciò è dovuto a una rappresentazione limitata e colma di stereotipi basati sul sessismo e sul razzismo che si traducono in feticizzazione razziale, invisibilizzazione ed esclusione. Eppure la lotta contro la LGBTQ+fobia e il razzismo sembra scollegata.
“I ragazzi gay hanno la reputazione di essere femminili e i ragazzi neri di essere troppo mascolini e violenti, quindi la gente non può vedermi come entrambi”.
Per quanto riguarda gli uomini gay, Damien Trawalé spiega che, contrariamente alle rappresentazioni degli uomini percepiti come neri, ipersessualizzati e iper-virilizzati, l’omosessualità maschile è spesso vulnerabile, fragile e femminilizzata. A questo si collega il razzismo e la feticizzazione razziale di cui sono vittime molti uomini gay sulle app di incontri. Miguel Shema sul suo profilo Instagram (@pracisees_vs_grindr) denuncia questo tipo di discriminazione.
“Noi, non bianchi, non siamo rappresentati in nessuna delle due comunità”.
La lotta LGBTQIA+ è spesso strumentalizzata per portare avanti retoriche razziste e anti-migrazione. Possiamo parlare di omo-nazionalismo. Alcuni partiti politici europei (spesso di estrema destra, ma non solo) affermano che lɜ migranti e le persone razzializzate non condividono gli stessi valori dei Paesi europei e occidentali in termini di libertà individuale delle persone socializzate come donne e LGBTQIA+, e li criminalizzano nel discorso pubblico come potenziali autorɜ di comportamenti misogini e omolesbobitransfobici. Lo stesso accade con il femminonazionalismo: la strumentalizzazione delle lotte femministe per fini razzisti, ad esempio nella retorica islamofobica contro l’hijab.
In realtà ci sono molti ambienti sociali che non fanno parte dell'”occidente”, in cui le narrazioni intorno al binarismo di genere sono molto meno rigide e più fluide di quelle occidentali.
Il ruolo dei social media nella comprensione del genere
“È un po’ buffo, ma probabilmente ho imparato di più da TikTok. Perché… perché ci sono persone provenienti da diverse parti del mondo che pubblicano contenuti e parlano di ogni tipo di argomento, quindi vedi persone diverse che parlano e alcune cercano di educare lɜ altrɜ, altre fanno battute su TikTok, come battute sugli stereotipi, quindi è così che ho iniziato e poi in qualche modo ho finito per leggere e imparare anch’io di questi argomenti, ma la prima fonte è stata TikTok”.
Grazie a Internet e ai social network, oggi ci sono più opportunità di entrare in contatto con esperienze, materiali e storie che aiutano ad aprire ampiamente le idee sul significato di genere. Le testimonianze dirette fornite sui social media (attraverso post scritti su Facebook e Instagram, o tramite video su TikTok) permettono alle persone della comunità LGBTQIA+, ma anche a chi ne è al di fuori, di avere le idee più chiare su questi argomenti da una prospettiva interna, facendo sì:
- che le persone parte della comunità si sentano prese in considerazione e incluse;
- che coloro che appartengono alla “normatività” imparino a sfatare alcuni degli stereotipi e dei pregiudizi menzionati sopra.
“Le informazioni le ho trovate principalmente su internet o le ho sentite dallɜ amicɜ, e ora a scuola, recentemente, solo quest’anno l’insegnante di biologia ha iniziato a parlare di genere, di come le persone possano identificarsi in modo diverso dal sesso con cui sono nate, e che ci sono persone intergender, e che si può amare lo stesso sesso, non lo stesso sesso, cose del genere”.
Come già detto in altre parti di questa guida, Internet è un luogo sfaccettato in cui stiamo ancora imparando a comportarci e a coesistere e non sempre è un luogo sicuro (per saperne di più su questo argomento, si veda il modulo 3 – Violenza di genere). Allo stesso tempo, fortunatamente, ci sono sempre più rappresentazioni positive di persone al di fuori delle norme di genere (ad esempio Theo Putnam in “Chilling Adventures of Sabrina”, molti personaggi in “Sex Education”, ecc.) Sempre più celebrità fanno coming out e assumono questo ruolo di rappresentanza: Bilal Hassani, Moon (Drag Race France), Sam Smith, Kim Petras, M.J. Rodriguez (“Pose”) ecc. Esistono inoltre molte strutture locali e nazionali che supportano le persone LGBTQIA+ nelle loro transizioni, aiutandole ad allontanarsi da situazioni domestiche abusive o fornendo loro tutti gli strumenti e le informazioni per comprendere meglio e riconoscere i propri bisogni. Più le persone sono in contatto con queste rappresentazioni, più sarà facile per loro comprendere e accettare le differenze che le circondano.
Mancano ancora rappresentazioni di queer, e soprattutto rappresentazioni positive, in cui i personaggi queer non si limitano alla loro queerness. È altrettanto importante mostrare che essɜ non sono definitɜ solo da questo, e che le loro vite non sono fatte solo di ostacoli e discriminazioni.
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